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Siti e resti archeologici romani da vedere.

Iniziamo il nostro viaggio tra le rovine romane con il complesso Tres Tabernae a Cisterna di Latina che conserva molti reperti tra cui un’epigrafe funeraria della potente famiglia senatoriale Pinaria, coperture sepolcrali, un impianto termale, edifici con bellissimi mosaici. Il complesso si trova a pochi chilometri dal centro città lungo la via Appia al km. 58,100, dopo il bivio per Doganella di Ninfa (direzione Terracina).
Al momento il complesso viene aperto solo per occasioni speciali.

 

Il Giardino di Ninfa, immerso tra i monti Lepini ed agro pontino, vicino alla città di Latina, è una meraviglia naturale che è stato classificato dal New York Times tra i più belli e romantici giardini del mondo. Il nome Ninfa ha origine da un piccolo tempio all’interno del giardino dedicato alle Ninfe Naiadi di epoca romana,divinità delle acque sorgive. Una meraviglia naturale che si trova a pochi chilometri dalla città di Latina nelle vicinanze di Norma e Sermoneta.

Piana delle Orme è un museo privato dedicato al 900 che si trova nella provincia di Latina più precisamente tra le località di Borgo Faiti e Borgo San Michele. Al suo interno si possono trovare aerei,elicotteri e carri armati tutti a dimensioni reali e molti di essi pezzi originali e non ricostruzioni. Quindici padiglioni che ripercorrono gli ultimi 70 anni della storia italiana e soprattutto della bonifica dell’agro pontino. Il Museo di Piana delle Orme fa inoltre parte della Rete Nazionale dei Musei Aeronautici (ReNMA) insieme ai musei di :  Vigna di Valle, Caproni,Volandia e al Baracca di Lugo.

Si tratta di una delle torri di difesa del promontorio del Circeo e faceva parte di un complesso di sei torri che difendevano il promontorio del Circeo. Ad oggi è l’unica che conservare ancora la struttura originaria, le altre cinque torri del promontorio erano :

  • Torre Moresca
  • Torre Cervia
  • Torre Fico
  • Torre Vittoria
  • Torre Olevola

Insieme a Torre Fico Torre Paola fu la prima ad essere edificata, la sua posizione è abbastanza strategica in quanto era posto a difesa della cala e la foce del canale emissario del Lago di Paola. Fu costruita nel 1563 per volere di Papa Pio IV ad opera dei signori di Sermoneta e San Felice per proteggersi dalle continue incursioni dei pirati saraceni, e faceva parte del sistema difensivo che comprendeva, verso Roma, Torre Astura, Tor Caldara, Tor San Lorenzo.

Il nome Torre Paola si pensa abbia origine dall’antica Chiesetta di San Paolo che si trovava nelle vicinanze, veniva anche chiamata Torre dell’angelo di Paola

Negli anni subì diversi attacchi e approdarono nella spiaggia sottostante moltissimi eserciti tra cui turchi,francesi ed inglesi e riuscì fortunatamente a sopravvivere fino ai giorni nostri, al contrario di tre torri del promontorio che furono danneggiate o distrutte.

Un bellezza archittetonica di grande valore che negli anni più recenti durante la seconda guerra mondiale passò al patrimonio disponibile dello Stato, con la requisizione da parte della Marina Militare per scopi militari al vecchio proprietario Luigi Aguet.

Finita la guerra la Marina interpellò gli eredi di Luigi Aguet per conoscere l’eventuale intenzione di esercitare il diritto di prelazione sull’acquisto del bene, ma la baronessa Blanc, rispose di non essere interessata. L’immobile fu rilevato da monsignor Di Paola, parroco della chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma. Ancora oggi la proprietà rimane della famiglia del monsignore (Del Pennino).

Satricum è il sito archeologico della città di Latina, si tratta di una antica città fiorente e sede di una rete di strade che la collegava al Nord ed al Sud. Fu fondata dai Latini con il probabile nome Pometia sulle sponde del fiume Astura,  fu poi conquistata  dai Volsci, che le dettero il nome di Satricum, ed infine dai Romani. Punto nevralgico della città era il Tempio di Mater Matuta dedicato appunto Mater Matuta, madre del mattino, divinità del sorgere del sole.

Sicuramente Satricum è una delle attrazioni da non perdere se vi trovate a Latina

Simbolo di Cori il Tempio d’Ercole risale alla seconda metà del I sec. a.C. ed è comunemente attribuito al culto di Ercole si trova sull’acropoli e da esso si può osservare l’intera pianura Pontina.

Il tempio d’Ercole è un perfetto esempio di stile dorico reinterpretato in chiave italica,una pratica che si diffuse in Italia di ispirarsi ai modelli architettonici greci in chiave locale. Le colonne, alte 7 m, reggono un architrave che alterna triglifi (scanalati) e metope (lisce) in origine decorate con stucchi policromi.
 
Sempre nella città di Cori troviamo il tempio di Castore e Polluce o tempio di Dioscuri che si trova su via delle Colonne ed è risalente al primo decennio del I sec. a.C. Di esso si conservano solo le due colonne corinzie centrali, delle originali sei che decoravano il pronao del tempio, viè anche una terza colonna appartenente al lato destro,ma si trova all’interno di una casa privata.
 
In passato,all’interno della cella centrale, erano presenti le statue dei Dioscuri che secondo ricostruzioni storiche e frammenti rinvenuti dovevano essere di dimensioni imponenti all’incirca di 1,90 metri, in marmo di Paros, Castore e Polluce apparivano armati e tenevano alla briglia cavalli alti 1,70 metri.  I frammenti architettonici e scultorei provenienti da questa area di culto sono oggi conservati ed esposti presso il Museo della Città e del Territorio di Cori, nel quale, è possibile apprezzare il modellino del tempio in scala 1:75.

Il quarto dei nostri siti archeologici romani nella provincia di Latina è l’antica città di Norba le cui origini risalgono al V secolo a.C. La città era circondata da mura in opera poligonale tra le più importanti e meglio conservate d’Italia realizzate con grandi blocchi in calcare montati l’uno sopra l’altro. Oltre alle mura troviamo poi numerosi monumenti ben conservati come : basamenti di templi, terme,cisterne, case, botteghe e strade basolate. Sulle due colline più pronunciate troviamo due complessi sacri convenzionalmente chiamate acropoli Maggiore e Acropoli minore. La città appare in alcuni documenti scritti da Livio, che ricorda come vi fu inviata una colonia affinché fosse creata una roccaforte nel territorio pontino di fronte la minaccia dei Volsci. La distruzione della città risale al 81 a.C., in quanto aveva preso le parti di Mario e fu presa d’assalto dalle truppe sillane ed i suoi abitanti decisero di suicidarsi e incendiare la città piuttosto che consegnarsi al nemico. Il complesso archeologico dell’antica città di Norba è aperta tutti i giorni e l’entrata è gratuita se si vuole visitarla soli, mentre vi è un costo di 5€ per chi vuole essere accompagnato da una guida.

A poco più di 5 km da Priverno, nella località di Mezzagosto troviamo l’area Archeologica di Privernum, 7 ettari in cui si ricompone il paesaggio urbano di Privernum romana, una colonia fondata sul finire del II secolo a.C. . In questo complesso troviamo un’opera idraulica formata da un’imponente galleria, larga quattro metri, che attraversava tutto l’abitato e serviva a incanalare un fiume e metterne a regime le acque.Ed ancora case romane, residenze di lusso di età repubblicana, impianti termali ed un grande teatro.

Lungo le sponde del Lago di Paola a Sabaudia troviamo la Villa di Domiziano , che si estende su 46 ettari e sono ancora poche le parti riportate alla luce. Si tratta della seconda villa imperiale per grandezza nel Lazio, dopo Villa Adriana a Tivoli, è fu costruita per l’Imperatore Tito Flavio Domiziano. Era costituita da un porto privato, un sistema idrico molto complesso, terme e piscine.

La Villa di Domiziano è chiusa al pubblico e può essere visitata solo con una visitata guidata e prenotando con anticipo. Si possono visitare i resti della Villa di Domiziano in battello oppure in canoa.

Nelle vicinanze della Villa di Domiziano troviamo la Casarina un’antica struttura che occupa una delle penisole sul Lago di Paola. Le prime attività costruttive, probabilmente da attribuire agli anni finali del I sec a.C., furono intraprese per realizzare un complesso termale-balneare pubblico. Seguirono poi molte ricostruzioni e restauri che continuarono, quasi senza soluzione di continuità, fino al XVIII secolo.

Altro importante sito archeologico romano è il tempio dedicato a Giove Anxur  (secondo alcuni recenti studi forse potrebbe essere attribuito a Venere) un edificio imponente con dodici grandi arcate di sostruzione ancora intatte. Costruito in epoca sillana (80 a.C. circa) su di una area di culto esistente sin dal IV secolo a.C., il santuario domina la città di Terracina e il suo bellissimo mare. Piccola curiosità, si racconta che nella zona del Tempio di Anxur Ulisse salì sul monte per guardarsi intorno, osservando il contorno dell’isola Eea (l’attuale promontorio del Monte Circeo). Il costo per poter entrare all’interno del complesso monumentale è di 6€ per i non residenti, mentre gratis per i residenti eccetto i giorni feriali che costa 2€. Sempre a Terracina troviamo il foro Emiliano centro cittadino d’epoca romana, attuale sede della cattedrale di San Cesareo e del municipio. La piazza conserva ancora la pavimentazione in lastre di calcare e dove si trova l’iscrizione in lettere di bronzo del magistrato locale che ne ordinò la realizzazione. Inoltre era attraversato lungo il lato settentrionale dalla via Appia.

Tra i primi siti archeologici romani più importanti troviamo la villa dell’imperatore romano Tiberio, in cui si trova anche una grotta naturale già nota agli archeologi nel 1908 e ribattezzata Grotta di Tiberio. La villa a ridosso del mare conserva una serie di ambienti intorno ad un cortile porticato, tra i quali sono compresi ambienti di servizio, più volte ristrutturati, una fornace e un forno per la cottura del pane. Inoltre è costituita da una grotta comprende una cavità principale, preceduta da un’ampia vasca rettangolare (peschiera) con acqua marina, al cui centro era stata realizzata un’isola artificiale che ospitava la caenatio (sala da pranzo) estiva.  Il museo è aperto tutti i giorni dalle 08:30 alle 19:30 ad un costo di 5€ il biglietto intero e 2,50€ il ridotto.

Il Cisternone Romano di Formia na magnifica opera idraulica realizzata durante l’età imperiale romana è la più grande cisterna romana visitabile (dopo quella di Istanbul). Una struttura composta da file di pilastri che suddividono l’ambiente in 4 navate e che era alimentato dalle sorgenti della zona collinare di S. Maria la Noce per garantire il rifornimento idrico dell’antica città di Formiae. Si tratta di un importante tassello nel recupero archeologico delle principali testimonianze dell’ingegneria idraulica romana.   Il Cisternone apre le sue porte ogni seconda domenica del mese. Sempre a Formia troviamo la Tomba di Cicerone un monumento funerario di età augustea , costituito da una pianta centrale e cilindro cementizio. L’attribuzione del sepolcro a Cicerone non è certa, ma la vicinanza del sito all’area dove egli fece costruire una delle sue sontuose ville sosterrebbero la tesi. Si racconta che Cicerone fu assassinato nella sua villa il Formianum, dopo un tentativo di fuga via mare per sottrarsi alla vendetta di Marco Antonio. Infine A questo link potete trovare tutte le attrazioni di Formia  

Il Comprensorio Archeologico Minturnae contiene resti di epoca romana risalenti al primo secolo dopo cristo. Al suo interno si trova il teatro romano, una parte della antica Via Appia, resti del foro Repubblicano e del Capitolium, l’antico mercato, inoltre anche un vecchio imponente acquedotto romano che un tempo era lungo più di 11km ed infine verso la voce del Garigliano si trova il Tempio della ninfa Marica.  

Nella nostra speciale raccolta dei siti archeologici romani nella provincia di Latina non potevano mancare la Cisterna Romana della Dragonara e le grotte di Pilato sull’isola di Ponza. Due dei tesori archeologici da vedere a Ponza. Il primo è un ingegnoso sistema di  raccolta dell’acqua piovana, unica maniera di poter avere acqua dolce sull’isola, che fu scavata nel tufo morbido dell’isola.   E’ composta da più corridoi paralleli e navate perpendicolari che formano una sorta di scacchiera di vuoti e pieni che permetteva di non dover costruire dei pilastri di sostegno che avrebbero diminuito il volume di raccolta di acqua. Le grotte di Pilato,  sono invece delle grotte, scavate minuziosamente che venivano impiegate quasi sicuramente per l’allevamento di Murene, un pesce considerato sacro dai Romani.

fonte: https://www.latinamipiace.it/categoria/itinerari/

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